lunedì 6 giugno 2016

Effetto Marino? - #ElezioniRoma2016

Si è appena conclusa la prima tornata elettorale di queste amministrative 2016. A Roma è innegabile la vittoria di Virginia Raggi, esponente del Movimento Cinque Stelle, che sorprende tutti con un 35%, più di dieci punti percentuali sopra il diretto concorrente Roberto Giachetti, che si ferma al 24. 

Molti hanno interpretato la vittoria della Raggi come vittoria del voto di protesta: protesta contro la gestione della scorsa amministrazione (e relativo caso Marino, di cui parlerò più avanti) e contro il governo Renzi, e più in generale il Partito Democratico. In effetti, andando a scrutare i voti nei Municipi, sembra proprio essere così. In totale il Movimento Cinque Stelle, nei municipi, ha preso 231 mila voti, la metà rispetto a quelli registrati a livello cittadino. Il PD invece 232 mila, circa settantamila in meno rispetto a quelli per il Consiglio Comunale. Come interpretarlo?

Sembra, a tutti gli effetti, che gli elettori abbiano voluto colpire il Partito Democratico, reo di essere il partito di governo e di essere stato beccato con le mani nella marmellata nello scandalo Mafia Capitale. Nei municipi, però, gli elettori hanno più o meno premiato la precedente giunta, che in ogni caso è di centrosinistra, visto che nel 2013 il PD fece l'en plein conquistando 15 municipi su 15.

Ma sono dati inevitabilmente parziali, sia per lo spoglio ancora in corso (incredibile la lentezza nello scrutinio), sia perché siamo ancora al primo turno, e il ballottaggio - come sentiamo ripetere da tutte le parti - è un'elezione a sé. Fatto sta che il PD rispetto a tre anni fa ha perso quasi la metà dei voti, passando da un 42% al primo turno ad un 24. 

Questo dato mi fa pensare al caso Marino. Sì, perché Renzi ha spinto fortemente affinché l'esperienza Marino finisse, ma dubito fosse così stupido da non pensare che in questo modo avrebbe perso Roma. E allora come si spiega? Fermo restando che Giachetti ancora potrebbe vincere, probabilmente il Presidente del Consiglio ha voluto mettere alla prova il M5S (il famoso 'complotto per farci vincere' di Paola Taverna) per poi poterlo agevolmente battere nelle elezioni vere, quelle del 2018, contando sull'inesperienza della Raggi e sperando in grossi passi falsi della probabile amministrazione capitolina. 

Un gioco d'azzardo molto pericoloso però, che potrebbe essere stato inutile in caso di sconfitta al referendum d'ottobre sulla revisione costituzionale, ormai diventato, purtroppo, un plebiscito pro-contro Renzi. 

Stiamo a vedere cosa accadrà, ma un dato è certo: gli elettori di sinistra non hanno dimenticato il caso Marino, e, come mi disse un signore nella manifestazione dello scorso 25 ottobre in favore di Marino: "non voterò mai più PD. Lo so che è come quel signore che si taglia i coglioni per non far felice la suocera, ma cosa possiamo farci?".

Già, che possiamo farci? Speriamo che chiunque vada al governo capitolino perlomeno non crei ulteriori danni.

@FedeScony



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